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Mastocitoma

Il mastocitoma è un tumore molto frequente nel cane, che prende origine dai mastociti, cellule coinvolte nelle reazioni anafilattiche, allergiche e di ipersensibilità e che intervengono durante la flogosi rilasciando sostanze vasoattive (istamina, serotonina).

Il mastocitoma è un tumore caratterizzato da un comportamento biologico estremamente vario. Può infatti limitarsi ad una semplice forma localizzata e cutanea a volte anche benigna, oppure esprimersi come malattia metastatica.

Non è ancora nota la sua eziopatogenesi: si ritiene infatti che alla base ci potrebbe essere una mutazione genetica e che comunque alcune razze siano più predisposte rispetto ad altre. Tra le razze che maggiormente sono interessate da questa patologia ci sono Boxer, Carlini, Bull Terrier, Bulldog inglesi, Beagle, Shar-pei (questi ultimi anche in età giovane), Labrador e Golden Retriever.

Alla presentazione clinica la condizione può essere molto variabile ed in particolare il proprietario potrà riferire di un nodulo con un comportamento anomalo: si tratterà infatti di una formazione che o cresce in modo molto rapido oppure che tende a crescere e poi ritornare della sua forma originaria, oppure ancora riferiranno in anamnesi che il loro amico a quattro zampe, in seguito a traumi o ad una palpazione, abbia manifestato un’area eritematosa ed edematosa. In questo ultimo caso infatti, anche a causa di una maldestra manipolazione delle lesioni, si potrà verificare la rapida e massiva degranulazione dei masticiti con liberazione delle sostanze contenute al loro interno. Questo quindi comporterà arrossamento della parte ed intenso eritema corrisponde al cosiddetto “segno di Darier”, segno patognomonico di mastocitoma (cioè segno univocamente ed esclusivamente associato a questa patologia). Sarà proprio questa degranulazione spontanea dei mastociti a rendersi responsabile di un aumento o riduzione rapida delle dimensioni della massa nodulare.

La localizzazione di questi noduli cutanei è molto variabile, ma sarà possibile ritrovarli con maggiore probabilità a livello di cute di: tronco, perineo, scroto, arti, testa e collo.

Tutti questi elementi fanno ipotizzare la possibilità che ci sia stato un rilascio, dopo la degranulazione, di sostanze vasoattive contenute nei mastociti.

Generalmente questi noduli si presentano come masse nodulari, peduncolate, ulcerate, alopeciche, eritematose presenti a livello del derma o del sottocute. Possono evidenziarsi come formazioni isolate o dalla forma multicentrica ed è anche possibile che avvenga la metastatizzazione ai linfonodi o ad altri organi. Per tali motivi molto spesso ai noduli cutanei si associano dei segni clinici generalizzati, come ad esempio vomito, anoressia, gastriti ulcerative, turbe della coagulazione, dovuti ad un rilascio massiccio di sostanze vasoattive da parte dei mastociti.

Quando si ha un forte sospetto di mastocitoma, la cosa migliore da fare è assicurarsi che si tratti realmente di quello. La diagnosi pertanto sarà fondamentale per identificare il tumore.

Come nel caso di ogni tumore, i dati più importanti che permetteranno poi di definire un protocollo terapeutico e una valutazione prognostica sono rappresentati dal grading tumorale e dallo staging, definibili mediante tecniche diagnostiche specifiche. In particolare per grading si intende la possibilità di suddividere una neoplasia in gradi sulla base di: aspetto morfologico delle cellule, grado di differenziazione cellulare, invasività, indice mitotico, eccetera.

Per tale scopo risulterà fondamentale l’esame istopatologico della lesione. In particolare nel caso del mastocitoma sono possibili tre gradi:

- Grado 1 o ben differenziati,

- Grado 2 moderatamente differenziati,

- Grado 3 scarsamente differenziati.

Inoltre, malgrado non si possa prevedere l’andamento di un mastocitoma, in linea generale i mastocitomi di grado 1 sono quelli dotati di un potenziale metastatico basso, quindi sarà meno probabile una loro disseminazione. Tra l’altro molto dipende anche dalla localizzazione dei mastocitomi, perchè quelli che si sviluppano a livello inguinale, perineale, nasale o delle dita, sono solitamente più aggressivi di quelli localizzati sul tronco o collo.

Unitamente al grading, anche la stadiazione clinica risulta fondamentale per comprendere quale terapia sarebbe più indicato svolgere. In particolare nello staging si prendono in considerazione: dimensioni del tumore originario, condizione dei linfonodi regionali e presenza o meno di metastasi. Le procedure diagnostiche che ci permetteranno di definire accuratamente lo staging di un tumore sono ecografia, radiografia, esame citologico ed istologico. Da quanto emerge quindi, l’approccio diagnostico iniziale è quello di eseguire un ago aspirato, che consiste nell’inserimento di un ago di siringa all’interno della massa neoformata, in modo da prelevare una quota sufficiente di cellule utili per le indagini successive. Viene condotto infatti l’esame citologico di qualunque lesione oltre alla principale e anche del linfonodo tributario della zona in cui è presente la lesione principale. Se necessario verrà impostato un piano diagnostico con esame istologico e se necessario anche immunoistochimico.

Si procederà poi con mezzi diagnostici come la radiografia toracica, per individuare eventuali noduli polmonari, ecografia addominale, per individuare milza, fegato e linfonodi. Sulla base della definizione precisa del tipo di tumore che si ha davanti, sarà possibile procedere al meglio. In particolare, a livello tearopeutico, si potrà optare per diverse soluzioni a seconda delle diverse condizioni e caratteristiche della neoplasia. La possibilità di intraprendere uno o più procedure dipenderà dalla localizzazione del tumore, dalla presenza o meno di più neoformazioni, dal grado citologico, metastasi presenti o meno, stato generale del soggetto.

Si potrà optare per una terapia chirurgica o una terapia con chemio e radioterapia. La chirurgia viene considerata un'opzione terapeutica utile nel caso di mastocitomi al primo e secondo grado, non infiltrati e che non presentino metastasi al momento della diagnosi. Sarà consigliato, prima di eseguire la chirurgia, un trattamento farmacologico mirato a limitare gli effetti avversi legati ad una eventuale degranulazione mastocitaria durante la manipolazione chirurgica del nodulo. In questo caso i noduli verranno escissi, secondo le normali indicazioni della chirurgia oncologica, con rimozione di ampi margini (3 cm per lato).

Alcuni medici potrebbero optare anche per una soluzione ibrida, legata al fatto che molto spesso il mastocitoma sia un tumore recidivante. Potrà infatti venire consigliato una combinazione tra escissione chirurgica e chemioterapia, in particolar modo nei casi in cui l’esame istologico abbia rivelato una eccessiva aggressività del tumore.

Nei casi invece in cui ci riscontra un mastocitoma di grado più avanzato o che si localizza in una zona difficile da operare o anche eccessivamente estesa, si potrebbe optare per radioterapia o chemioterapia. In ogni caso la prognosi dipenderà moltissimo dal grado istologico, dalla sede in cui il tumore è localizzato, dalle caratteristiche cliniche del nostro amico e dallo staging tumorale. Come sempre i tumori sono tra le patologie più complesse ed oscure e pensare di poter affrontare una situazione di difficoltà e sofferenza con il nostro amico può fare paura. Ma la presenza accanto a lui, la nostra vicinanza e attenzione nel prestargli tutte le cure necessarie, potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella risoluzione del processo patologico.